Successivamente alla nota spedita dal Garante per la protezione dei dati personali, con la quale si chiedevano spiegazioni circa le difficoltà incontrate dagli utenti italiani nel chiudere il proprio account, Skype ha riferito alcune informazioni relative alle procedure adottate in questi casi.
In particolare, Skype ha ammesso che le FAQ (domande frequenti), laddove prevedono che “una volta creato, non è possibile eliminare un account Skype”, contengono delle indicazioni che non informano in maniera adeguata l’utente e si è impegnata, quindi, a fornire delle informazioni più chiare. La società ha specificato, infatti, che è possibile bloccare in via permanente il proprio account Skype rivolgendosi al servizio di supporto tecnico clienti e rendendo, in tal modo, l’account dell'utente non più operativo né visibile da altri. Skype ha annunciato inoltre il proprio impegno a migliorare le procedure per consentire agli utenti di chiudere autonomamente il proprio account.
Il diritto all’oblio, vale a dire il diritto di decidere quali informazioni debbano continuare a circolare nella Rete e quali no, sarà dunque assicurato, ma i chiarimenti forniti da Skype non sono stati comunque sufficienti. Infatti, al Garante permangono ancora dubbi circa la tipologia dei dati conservati dopo la chiusura dell'account e circa i tempi e le modalità di tale conservazione visto che, una volta bloccato, l’account non viene cancellato o distrutto ma rimane in archivio per evitare che in futuro altri utenti possano utilizzare il medesimo nome.
Questi i motivi alla base della decisione del Garante di approfondire ulteriormente e di sollevare la questione nell'ambito del Gruppo di lavoro che riunisce le Autorità della protezione dati europee.
Nessun commento:
Posta un commento