Sono in aereo (tanto per
cambiare) e li osservo da lontano. Sono gli Appricotti, un esercito ordinato e
dai comportamenti ormai consueti: guardano il loro ca-phone sino a un minuto
prima di alzarsi in volo e accendono il loro i-pac (sempre rigorosamente in
pugno) un secondo dopo essere atterrati.
Da quel momento non lo
spengono più e iniziano in maniera incessante e impetuosa i movimenti con la
mano: aprono apprr, le chiudono, le riaprono, si guardano intorno orgogliosi,
guardano foto, le richiudono, guardano la posta, la chiudono, aprono un gioco,
lo chiudono. Imperscrutabili nel loro piacere fai da te.
Anche in fila per scendere
dall’aereo i gesti della mano continuano nevrotici: la vita da ca-phone non ha
sosta.
Imperturbabili nella loro
identità digitale all’ultima moda e in una sorta di lobotomizzata esistenza
reale, si guardano intorno per trovare compagni di viaggio che possano
condividere una apprr. Perché solo una apprr regala gocce di felicità nel nuovo
mondo dell’Appricott, dove tutto è differente, tutto è bello, tutto è
indispensabile. Tocca l’Albicocca e sarai
felice è lo slogan dello schizzinoso mondo del “Think Different”.
Eccoli allora in treno, in
metro, per strada alla ricerca assoluta e incessante dell’ultima apprr. Per
rendere una foto più bella, per vedere che tempo fa, per far ridere il bebè al
seguito, non si può non avere l’ultima apprr e condividerla con aria ammiccante
verso chi solo può comprenderne l’assoluta diversità: chi ha un ca-phone, chi
ha sempre una mano sull’i-pac e non può fare a meno dell’i-pork per ascoltare
la musica.
E poi entrare nell’elegantissimo
negozio dell’Appricott non ha prezzo. Tutto è bellissimo, luccicante e pronto
all’indispensabile uso e tutti ne vanno pazzi. L’usabilità distinta e raffinata
di ogni pezzo di Albicocca nel suo pacco che profuma non ha prezzo. E allora si
entra e si spende con il sorriso. Perché si compra il differente e l’unico
piacere.
E chi se ne frega se adesso la
situazione è addirittura peggiore di quanto faceva (e fa) l’odiosissima Macrostofft,
se i software sono confezionati e pronti per l’uso, ma chiusissimi e se si paga
ogni cosa a caro prezzo, anche un pensiero lussurioso (ma quanto è bello quel pensiero
inserito in un’apprr!).
Tutto è in rete, sulle
nuvole sicurissime dell’Albicocca Assoluta: tutto viene garantito nella sua
semplicità e usabilità, tutto è differente e bello e chiuso a chiave. E tutti
ne sono innamorati: uomini, donne e bambini …e anche il mondo degli informatici
ne è stregato! Nel Mondo dell’Appricott “non si perde neanche un bambino”
(direbbe oggi Lucio Dalla nella sua bella canzone “Disperato Erotico
Stomp”!)…peccato che se c’è qualcosa che non va nel proprio ca-phone anche
l’esperto informatico (compreso quello che viene a riparare i pc del mio studio!)
senza farsi tanti problemi o porsi inutili interrogativi si mette in fila a
chiedere assistenza, perché lì, sull’i-pac non può mettere mani! Tutto è bello,
pronto e servito, ma guai a chiedere gli ingredienti del cialis che si ingurgita!
Ma l’Appricotto è tranquillo: tutto funziona così per il suo bene e per la sua
sicurezza e per garantire un futuro più bello, elegante e alla moda a tutta la
nostra tecnologia!
Eccolo qui il popolo che
volò un giorno sul nido del cuculo e che non pone domande al suo Meraviglioso
Mondo dell’Albicocca. Lui si limita ossequioso ad eseguire ciò che l’i-pac e il
ca-phone mettono a completa disposizione, perché tutto lì vive di anestetizzata
magia.
***
Ma che attinenza ha tutto
questo surreale (e ovviamente immaginario) scenario con il mondo del diritto?!?
Beh… mettendo da parte le ovvie riflessioni sull’incredibile percorso che un
Impero Informatico è riuscito a sviluppare in pochi anni grazie ad oculate
azioni di marketing e comunicazione e alla genialità indiscutibile di Steve Jobs,
il quale ha pianificato la sua egemonia basandosi su un “pensiero differente”
che ormai oggi non distingue più, ma è massificato
a livello globale e, quindi, è maggioranza e “la maggioranza sta come una
malattia, come una sfortuna, come un'anestesia. come un'abitudine, per chi
viaggia in direzione ostinata e contraria” (da Smisurata Preghiera di Fabrizio De Andrè). E senza dimenticare le
pesantissime parole di Richard Stallman quando ha definito Jobs “pioniere del
computer come una prigione cool, concepita per privare gli stupidi della loro
libertà!” A me quello che si è riusciti a sviluppare in pochi anni, combinando
usabilità e capacità di comunicazione, fa pensare alla firma digitale e ai suoi
limiti! Si parla a vanvera dal 1997 di firma digitale e di un suo necessario utilizzo,
per non parlare di CNS e CIE e tutto il resto e ancora tutti i cittadini
digitali ne ignorano l’esistenza e ne fanno beatamente a meno!
Finalmente una legge delega
di un paio di anni fa (la Legge 69/2009) aveva sollecitato il nostro Governo a
modificare la normativa sulla firma digitale contenuta nel Codice
dell’amministrazione digitale al fine “di semplificarne l'adozione e l'uso da
parte della pubblica amministrazione, dei cittadini e delle imprese”. Parolina
magica: USABILITÀ anche per la firma digitale!
E il Governo Italiano che ha
fatto con il D. Lgs. 2010/235? Non ha cambiato nulla per la firma digitale e si
è inventato un’altra firma: la firma elettronica avanzata! E col diritto così siamo
alla frutta (assortita di mele e albicocche)!
E allora, caro legislatore, “ti
scrivo, così mi distraggo un po” e da quando sei letteralmente partito “c'è una grossa novità: l'anno
vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va”. E allora mi permetto di
darti un consiglio per l’anno che verrà: "La firma digitale falla fare a
Mr Appricott e e almeno tutto il Mondo dell'albicocca la utilizzerà!"