Un'importante sentenza della Corte di Cassazione (sezione III penale), del 20 aprile 2011, n. 15657, ha introdotto un'inversione di tendenza circa la portata applicativa del d.lgs. 231/2001: fino ad oggi, infatti, gli adempimenti e gli obblighi derivanti da tale normativa gravavano solo sugli enti dotati di personalità giuridica, strutturati in forma societaria o pluripersonale.
In seguito alla pubblicazione di tale sentenza, invece, la responsabilità amministrativa e penale di impresa graverà anche sulle imprese individuali, venendosi a creare così i presupposti per una estensione analogica tra enti (soggetti pluripersonali) e persone fisiche.
Da alcuni estratti della sentenza in esame si evince, ad esempio, che "muovendo dalla premessa che l'attività riconducibile all'impresa (al pari di quella riconducibile alla ditta individuale propriamente detta) è attività che fa capo ad una persona fisica e non ad una persona giuridica intesa quale società di persone (o di capitali), non può negarsi che l'impresa individuale (sostanzialmente divergente, anche da un punto di vista semantico, dalla c.d. "ditta individuale"), ben può assimilarsi ad una persona giuridica nella quale viene a confondersi la persona dell'imprenditore quale soggetto fisico che esercita una determinata attività: il che porta alla conclusione che, da un punto di vista prettamente tecnico, per impresa deve intendersi l'attività svolta dall'imprenditore-persona fisica per la cui definizione deve farsi rinvio agli artt. 2082 e 2083 del c.c.".
A sostegno di tale tesi, continua poi specificando che "l'interpretazione in senso formalistico dell'incipit del D. Lv.o 231/01 cosi come esposto dalla ricorrente (che, a proposito degli enti collettivi, ha evocato il termine di soggetti "metaindividuali") creerebbe il rischio di un vero e proprio vuoto normativo, con inevitabili ricadute sul piano costituzionale connesse ad una disparità di trattamento tra coloro che ricorrono a forme semplici di impresa e coloro che per svolgere l'attività, ricorrono a strutture ben più complesse ed articolate. Peraltro è indubbio che la disciplina dettata dal D. L.vo 231/01 sia senz'altro applicabile alle società a responsabilità limitata c.c. "unipersonali", cosi come è notorio che molte imprese individuali spesso ricorrono ad una organizzazione interna complessa che prescinde dal sistematico intervento del titolare della impresa per la soluzione di determinate problematiche e che può spesso involgere la responsabilità di soggetti diversi dall'imprenditore ma che operano nell'interesse della stessa impresa individuale".
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