venerdì 28 dicembre 2012

Il Garante Privacy traccia i primi confini dell'Amministrazione aperta: no alla diffusione dei dati sulla salute


Il Garante Privacy si è espresso di recente sulla corretta applicazione dell’art. 18 del c.d. "Decreto Sviluppo 2012" (convertito nella Legge n.134/2012), che impone nuovi obblighi di trasparenza in tema di amministrazione aperta.
Nello specifico, l’Autorità ha infatti vietato la diffusione online dei dati sulla salute dei pazienti ad alcune amministrazioni sanitarie.
La questione prendeva le mosse dall’art. 18 del Codice Privacy che, prevedendo nuove disposizioni in tema di agenda digitale e trasparenza nella Pubblica Amministrazione, secondo le aziende sanitarie avrebbe potuto far sorgere l’obbligo di pubblicare su internet anche i dati dei pazienti che hanno ad esempio ricevuto indennizzi per danni irreversibili, rimborsi per cure di altissima specializzazione, interventi assistenziali o altri contributi legati a patologie mediche certificate.
Il Garante ha precisato che, per quanto riguarda le persone fisiche, l'articolo citato prevede la pubblicazione online solo dei dati di chi riceve "corrispettivi o compensi" dalla Pubblica Amministrazione e che deve in ogni caso essere interpretato alla luce dei principi fondamentali in materia di protezione dei dati personali, cristallizzati in disposizioni comunitarie che vincolano il nostro legislatore.
L’art. 18, dunque, nonostante il tenore letterale della disposizione, non può derogare alle norme del Codice Privacy che vietano ai soggetti pubblici di diffondere i dati idonei a rivelare lo stato della salute di una persona e che le informazioni citate non possono essere pubblicate sui siti web istituzionali degli enti.
L’Autorità Garante, inoltre, ha ricordato che tutte le pubbliche amministrazioni, nel predisporre il proprio sito Internet, devono sempre rispettare le apposite cautele indicate nelle "Linee guida in materia di trattamento di dati personali contenuti anche in atti e documenti amministrativi, effettuato da soggetti pubblici per finalità di pubblicazione e diffusione sul web", approvate dallo stesso Garante nel 2011.

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