Facebook è stata condannata da un giudice distrettuale californiano a versare 10 milioni di dollari per azioni benefiche, come soluzione di un contenzioso circa una presunta violazione privacy. Cinque iscritti al social network avevano infatti avviato un'azione legale contro Facebook per aver violato la privacy dei loro dati personali (foto, nomi) utilizzando in alcuni messaggi di advertising il loro “mi piace” senza dargli in alcun modo la possibilità di opporsi a questo utilizzo o di venire per esso retribuiti.
Tra l’altro Facebook ha lanciato proprio in questi giorni un referendum virtuale in materia di privacy (scelta fra la vecchia e una nuova DDR: dichiarazione dei diritti e delle responsabilità), gestione dei dati degli utenti e funzionamento della Timeline, ma il quorum dei votanti (30%) non è stato raggiunto. Secondo il parere di molti il referendum è stato poco pubblicizzato e strutturato in maniera volutamente macchinosa per scoraggiare il voto e fare in modo che questa iniziativa (apparentemente molto democratica) avesse un valore puramente consultivo e non "legislativo" e vincolante. Come dire: le decisioni sul trattamento dei dati degli utenti continueranno a essere prese nella stanza dei bottoni.
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