mercoledì 9 ottobre 2013

Ricerca del Censis su italiani e privacy

Fanno riflettere i dati diramati dal Censis e frutto della ricerca "Il valore della privacy nell'epoca della personalizzazione dei media", presentata a Roma qualche giorno fa.
Dalla ricerca emerge infatti un crescente interesse dei cittadini italiani verso la riservatezza dei propri dati, considerata diritto inviolabile ed elemento imprescindibile della propria identità (96%).
Cresce inoltre la consapevolezza che i grandi operatori del web, i big player come Google o Facebook, gestiscono una quantità elevatissima di dati personali e che questo sia un formidabile strumento di potere politico ed economico, e cresce nello stesso tempo anche il timore dei rischi a cui i propri dati sono esposti sul web.
C’è quindi più paura ma non c’è un’adeguata conoscenza di come tutelare correttamente e attivamente la propria privacy: solo il 40,8% degli internauti italiani usa almeno una delle misure fondamentali per la salvaguardia della propria identità digitale (limitazione dei cookies, personalizzazione delle impostazioni di visibilità dei social network, navigazione anonima), il 36,7% non ricorre a nessuno strumento, mentre il 22,5% si limita a forme passive di autotutela, a volte rinunciando direttamente a fruire di un servizio sul web.
Abbastanza diffusa, inoltre, la convinzione che la normativa italiana dovrebbe essere più severa circa le violazioni privacy e che ognuno dovrebbe avere il diritto di rimuovere dalla rete informazioni personali sul passato potenzialmente negative o imbarazzanti, quando non sono più asservite al diritto di cronaca.