mercoledì 27 novembre 2013

Gli italiani temono il cybercrime ma cambiano password di rado

L'Osservatorio Cermes Bocconi-Affinion ha effettuato una ricerca sul rapporto contraddittorio tra italiani e sicurezza digitale, analizzando un campione di mille persone fra i 18 e i 75 anni.
Dall’indagine, i cui risultati sono stati recentemente diffusi, emerge che in materia di protezione dei dati personali in rete gli italiani sono ancora un passo indietro e la generica e diffusa paura per i pericoli del web (presente soprattutto nei giovani e nelle donne) non va di pari passo (come già emerso in altri recenti studi) con un’adeguata prevenzione, al punto che ben il 67% degli intervistati ammette di non cambiare le proprie password di frequente e solo il 37% si preoccupa di costruirne di complesse. Fatto ancora più allarmante, c’è una scarsa consapevolezza di quanti e quali dati siano riconducibili alla categoria dei “dati personali”, tant’è che solo il 58% include in tale categoria i dati sugli spostamenti.

giovedì 21 novembre 2013

Il Garante Privacy prescrive le modifiche al redditometro

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali si è pronunciata sul cosiddetto "redditometro", ma ha prescritto all'Agenzia delle entrate l'adozione di una serie di misure e accorgimenti per ridurre al minimo i rischi per la privacy delle persone e nel contempo rendere lo strumento di accertamento più efficace nella lotta all'evasione fiscale.
In effetti, per calcolare lo scostamento tra i redditi dichiarati e le spese effettuate e per selezionare i contribuenti da sottoporre a controlli, il nuovo redditometro si fonda sul trattamento automatizzato di dati personali in possesso dell'Agenzia delle entrate e sull'imputazione anche di spese presunte, determinate sulla base dell'attribuzione automatica al contribuente di un determinato "profilo". In particolare tale tipo di trattamento, che comporta la "profilazione" dei contribuenti e presenta rischi specifici per i diritti fondamentali delle persone, ha reso necessaria la verifica preliminare del redditometro da parte del Garante.
Nello specifico, il Garante ha previsto che il reddito del contribuente potrà essere ricostruito utilizzando unicamente spese certe e spese che valorizzano elementi certi (possesso di beni o utilizzo di servizi e relativo mantenimento) senza utilizzare spese presunte basate unicamente sulla media Istat.
Inoltre, l'Agenzia dovrà porre particolare attenzione alla qualità e all’esattezza dei dati al fine di prevenire e correggere le evidenti anomalie riscontrate nella banca dati o i disallineamenti tra famiglia fiscale e anagrafica. 
Da ultimo, l’Autorità Garante ha prescritto che il contribuente dovrà essere informato, attraverso l'apposita informativa allegata al modello di dichiarazione dei redditi e disponibile anche sul sito dell'Agenzia delle entrate, del fatto che i suoi dati personali saranno utilizzati anche ai fini del redditometro.

In Canada il primo sportello bancomat per bitcoin

È stato aperto qualche giorno fa in una caffetteria di Vancouver dalla società Robocoin il primo sportello bancomat con cui cambiare dollari canadesi in bitcoin e viceversa.
Bitcoin è una moneta virtuale crittografata che utilizza la tecnologia peer-to-peer, non è legata a nessun circuito bancario tradizionale e non è controllata da un’autorità centrale riconosciuta, motivo per il quale si sono sviluppate accese discussioni sulla liceità del suo utilizzo, dal momento che per le sue caratteristiche si presta a essere usata nel compimento di azioni illegali in rete. Nonostante ciò, sono sempre più numerose le aziende che accettano transazioni in bitcoin e perfino i Google Glass, non ancora sul mercato, prevedono un’applicazione per pagare con questa moneta.
Lo sportello bancomat di Vancouver è stato impostato per rispettare la legge anti-riciclaggio canadese, in base alla quale per ogni cittadino il limite giornaliero per lo scambio di denaro è di 3.000 dollari: per verificare che ogni utente non vada al di là di questa soglia lo sportello è stato dotato di un sistema di scansione della mano.
Notevole l’affluenza allo sportello già nel primo giorno di apertura: la Robocoin comunica che sono state effettuate ben 81 transazioni per un totale di 10.000 dollari di scambio.

lunedì 18 novembre 2013

Google e i diritti d’autore sui contenuti digitali

Dopo otto anni di battaglia il colosso di Mountain View ottiene da un tribunale di New York un primo ok sulla digitalizzazione dei libri.
La controversia legale tra Google e The Authors Guild, l’associazione statunitense non profit che riunisce oltre 8.000 autori ed editori, volge infatti al suo termine.
The Authors Guild accusava Google di aver alterato il mercato editoriale con la sua digitalizzazione di testi (si tratta di circa 20 milioni di libri), dei quali ha messo a disposizione degli abstract in rete: proprio la lettura degli abstract avrebbe, a detta dell’associazione, fatto scemare l’interesse dell’utente verso l’acquisto finale dei libri.
L’accusa verso Google era anche quella di aver violato i diritti d’autore pubblicando del materiale ancora protetto da copyright.
Il giudice del tribunale di New York non ha rilevato, invece, violazioni nel progetto di digitalizzazione nato nel 2002 e promosso dal fondatore Larry Page, anzi, il tribunale statunitense ha dichiarato che la digitalizzazione dei libri “porta benefici e vantaggi a tutta la società”.
Prima vittoria per Google che dovrà sicuramente affrontare ancora altre battaglie sul tema del copyright, una delle quali è già in corso con diverse associazioni di fotografi.